Uno sguardo a 360 gradi sul mercato immobiliare che verrà, quello del 2022, dopo un periodo lungo e particolarmente sfidante.
Tra smart working, nuove modalità di intendere l’abitare e opportunità – anche dal punto di vista fiscale – ecco che cosa ci dovremmo aspettare dal prossimo anno.
Il 2022 sarà un anno positivo per il mattone? Quale direzione prenderà il settore?
I numeri del 2021 aprono le porte a un 2022 positivo. Si stima infatti una crescita delle compravendite in un contesto di lieve aumento dei prezzi grazie a una domanda di abitazioni che continua a essere ben sostenuta.
Il settore si è dimostrato tra i più resilienti alla crisi scatenata dalla pandemia, accusando solo una battuta di arresto durante il primo lockdown con la chiusura delle agenzie. Se ciò non si ripeterà, il settore prenderà una direzione di crescita, sostenuta anche dai diversi incentivi fiscali messi in campo per la riqualificazione degli immobili.
Dove converrà investire? Grandi città o piccoli centri?
Le grandi città restano un punto di riferimento per chi cerca un investimento sicuro: servizi, opportunità di studio-lavoro e di svago sono tra le caratteristiche che le rendono più attrattive. Città come Milano, Bologna e Napoli sono tra quelle che, nel primo semestre 2021, hanno registrato anche lievi aumenti delle quotazioni, in un contesto di prezzi pressoché stabili.
La pandemia e il ricorso al remote working hanno tuttavia generato anche un maggiore interesse verso centri minori, in particolare comuni di origine, situati soprattutto al centro-sud Italia. Vi è insomma una maggiore attenzione anche verso i centri più piccoli, non intesi come periferie, ma come rifugio “green”.
Quali saranno le richieste degli utenti? A cosa punteranno maggiormente nel nuovo anno?
Le richieste rimarranno in linea con i trend emersi post pandemia: abitazioni più ampie e tagli funzionali, spazi esterni come balconi, terrazzi e giardino, oltre a un rinnovato interesse per le seconde case. Molto dipenderà dal permanere o meno dell’utilizzo dello smart working per i dipendenti.
In generale, il lavoro da remoto alternato all’ufficio sembrerebbe diventare la modalità più diffusa per gran parte delle società, con la conseguente e crescente esigenza di disporre in casa di una stanza in più o di uno spazio dedicato alla propria attività, determinando l’opportunità di trasferirsi in altre località, anche di tornare nella propria città d’origine.
L’impatto diretto dello smart working sui bisogni abitativi è dimostrato dal fatto che quasi 9 smart worker su 10 (dati Ufficio Studi Gabetti) hanno dichiarato di avere cambiato, o avere in programma di modificare, la propria situazione abitativa. Se una parte, il 24%, si potrà organizzare effettuando migliorie interne alla propria abitazione, anche con iniziative di ristrutturazione grazie agli incentivi fiscali, la restante parte si orienterà verso l’acquisto o l’affitto di una nuova abitazione di dimensioni più ampie o con spazi meglio distribuiti.
La proroga dei bonus dedicati al mondo della casa e dei condomini anche per il 2022 influirà sull’andamento delle compravendite?
Certamente. I bonus sono uno stimolo importante al mercato: contribuiscono in generale a migliorare lo stato del patrimonio edilizio italiano e permettono di ricollocare sul mercato abitazioni prima considerate poco attraenti per i compratori, andando quindi a migliorare l’offerta presente.
Domanda delle domande: a chi intende mettersi alla ricerca di una casa durante il prossimo anno, conviene l’acquisto o l’affitto?
In questa fase, finché i tassi di interesse rimangono bassi, l’acquisto potrebbe essere una scelta strategica, se paragonato all’affitto. È un momento particolarmente favorevole per richiedere un mutuo, pensiamo per esempio ai nuovi incentivi per le giovani coppie.
Aver reso, attraverso il Decreto Sostegni Bis, più semplice l’accesso al credito a questa particolare categoria di persone non può che aiutare l’intero comparto immobiliare: le richieste di mutuo degli under 35 coprono ormai oltre un terzo della complessiva richiesta di mutui. Ottima è anche l’estensione del fondo Gasparrini (Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa) fino al 31 dicembre 2022: in un’economia in ripresa, ma ancora troppo fragile nella crescita strutturale, l’iniziativa del Governo non può che garantire maggiore tranquillità alle famiglie in difficoltà.
Comments