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Crisi immobiliare cinese: boom di immobili pignorati

Il mercato immobiliare cinese sta vivendo anch’esso un rallentamento, a riprova della frenata della crescita economica del paese, infatti, secondo un rapporto di China Index Academy nel primo semestre del 2023 la percentuale di immobili pignorati è cresciuta del 20%, per un totale di circa 179 mila case pignorate.



La crisi immobiliare cinese: origini e caratteristiche

Il motivo va ricercato principalmente nell’inadempienza dei mutui, strettamente legata alla situazione di recessione dell’economica che il Paese sta vivendo e che ha determinato conseguenti azioni legali ed ordinanze dei tribunali.


Il maggior numero di immobili pignorati e successivamente finiti all’asta si è verificato nella Cina centrale, in particolare nella provincia di Henan, con un aumento del 63%, mentre nel Sud del Paese la maglia nera spetta alla provincia di Sichuan con una crescita del 51%.


Un dato singolare è che la crisi del mercato immobiliare cinese ha coinvolto anche immobili di lusso in esclusivi quartieri di grandi città, tipo a Shenzhen. Sono stati infatti pignorati grandi immobili per un valore di oltre 15 milioni di dollari.


Le previsioni per il futuro

Anche se i dati sono relativi al periodo da gennaio a giugno del 2023, mettono in luce una tendenza in atto già da tempo, infatti le procedure legali piuttosto lunghe. Si stima che la situazione non dovrebbe migliorare nel prossimo biennio.


L’onda d’urto di questa crisi immobiliare è da tenere in considerazione soprattutto perché segue ad una breve distanza temporale il crac del colosso immobiliare Evergrande, numero due del settore in Cina, e che potrebbe coinvolgere anche Country Garden, primo operatore immobiliare del Paese, che pare abbia iniziato a corrispondere pagamenti di bond.


L’andamento del mercato immobiliare cinese rappresenta una nuova evidenza della situazione economica del Paese che sta registrando lo yuan ai minimi di valore degli ultimi 16 mesi rispetto al dollaro, la contrazione dell’export della domanda interna, oltre ad un repentino rallentamento degli investimenti diretti da clienti e paesi esteri.

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